
Si è aperta il 27 febbraio scorso, presso la Galleria Pyung Wha di Seoul, una personale di Sinisca dedicata alle Crocifissioni. La manifestazione è stata organizzata dall'Ambasciata d'Italia e dall'Istituto Italiano di Cultura, in collaborazione con la Curia Arcivescovile di Seoul e la Nunziatura Apostolica in Corea, con il Patrocinio della Pontifica Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere, di cui Sinisca è membro, e della Fondazione Sinisca. La mostra, programmata in corrispondenza della Quaresima, raccoglie opere dell'artista realizzate in diverse fasi della sua attività creativa. Si va dalla collezione di dieci litografie realizzate tra il 1950 ed il 1958, ai disegni dello stesso periodo eseguiti su carta con un 'flo master', il primo storico pennarello importato dagli Stati Uniti, ma anche a china e ad olio. Si giunge, quindi, alle litografie del 1963 e, infine, a due disegni originali del 1991.Nella produzione degli anni Cinquanta, le chine e i disegni a flo master mantengono l'essenzialità del solo tratto nero, a cui l'artista ha aggiunto delle lievissime trasparenze in azzurro mentre, nelle litografie del 1963, il colore assume una funzione più importante.Tanto i disegni quanto le litografie trattano il tema della Croce in modo scarno: si tratta di puri grafismi, di elementi geometrici, come nei celebri grattacieli di Manahattan degli anni Settanta. Ciascun gruppo di opere presenta però una sua specificità: nei disegni degli anni Cinquanta il tratto è quasi quello di pennello, ottenuto tirando fuori il feltrino dal pennarello. L'effetto è pittorico, con la Croce che emerge come un cespuglio da un ammasso di persone o da altre croci. Sinisca riesce, con poche linee, ad evocare personaggi, le tre Marie ad esempio, ed emozioni legate alla narrazione evangelica e alla tradizione popolare.Più morbide le litografie del 1963, nelle quali compare prima una velatura rossa, maggiormente intensa ai piedi della Croce, che richiama il tema del sacrificio e del martirio, e poi la presenza trasfigurante del giallo che simboleggia la luce della Resurrezione. Nei disegni successivi il tratto è più scarno e verticale e la Croce si allontana dalla testualità evangelica per divenire simbolo radiante, in un presente rappresentato dalla struttura di un ponte newyorkese sullo sfondo di grattacieli riflessi nell'acqua. Uno speciale omaggio, infine, il Maestro ha voluto fare alla Corea, rielaborando otto delle originali litografie, ingrandendole e inserendole su una base di carta di riso, con degli interventi sia di colore che di disegno che le rendono dei nuovi pezzi unici. La mostra, che ha visto uno straordinario successo di pubblico e mediatico, con la presenza di diverse emittenti televisive e di oltre di venti giornali, è stata aperta dall'Ambasciatore Massimo Andrea Leggeri, dall'Arcivecovo di Seoul, Card. Nicholas Cheong, dal Nunzio Apostolico Mons. Emil Paul Tscherring, dal Direttore dell'Istituto Italiano di Cultura, Dott. Lucio Izzo e dal Presidente del Consiglio per l'Apostolato dei Laici di Corea, Prof Thomas Han. Presente, inoltre, una numerosa rappresentanza del corpo diplomatico. L'evento, che apre virtualmente la grande manifestazione Italia in Corea, che si svolgerà nel corso del 2008 e del 2009, sottolinea la grande amicizia e collaborazione, da parte delle Istituzioni italiane, anche con il mondo cattolico coreano, che non solo rappresenta un'influente componente della vita del Paese, ma è anche un importante motore culturale nel complesso panorama della civiltà locale, sospesa tra tradizione e innovazione.